Israel claims responsibility for the attack on the Gaza refugee camp, which massacred civilians: in other words, it claims its right to exterminate Palestinians. The former Israeli ambassador to Italy Dror Eydar openly claimed this on Mediaset Rete 4, declaring that Israel's objective is to destroy Gaza. The Israeli ground attack on Gaza confirms this: together with tanks, the bulldozers advance, demolishing what is still standing after the bombings. The plan is clear: to make life in Gaza impossible, then open a humanitarian corridor to evacuate the population. A Plan for the resettlement and final rehabilitation in Egypt of the entire population of Gaza has already been drawn up by Amir Weitmann, an influential member of the Knesset belonging to Netanyau's party. In short, the plan involves expelling the entire population from the Palestinian Territories, The political leader of Hamas, Ismail Haniyeh, in a video message, broadcast not from Gaza but from his central office in Doha, Qatar, declares: We need the blood of the women, children, and elderly people of Gaza to awaken the spirit within us of challenge that pushes us to move forward. It seems strange that the Hamas leader is directing his group from his central office, located in Doha a few kilometres from the Al Udeid base, the largest US base in the Middle East, to the headquarters of the United States Air Forces Central Command.
The fact that Benjamin Netanyahu supported Hamas is further confirmed by what he declared in March 2019 at a meeting of the Likud party members in the Knesset: Whoever wants to hinder the creation of a Palestinian State must support Hamas and transfer money to Hamas. This is part of our strategy: to isolate the Palestinians of Gaza from the Palestinians of the West Bank (Haaretz October 9, 2023). For years, Israel has allowed suitcases containing millions of dollars in cash from Qatar to enter through Gaza crossings to be delivered to Hamas leaders.
These and other facts confirm that the operation they unleashed on October 7th in the Middle East, is a similar operation to the one implemented on September 11th with the attack on the Twin Towers in New York. The aim of this operation is not only to erase the Palestinian Territories but to open a broad war front in a Middle East in which the United States, Israel, and the major European powers are losing ground, as demonstrated by the forthcoming entry of two countries hitherto rivals, Iran and Saudi Arabia, in the BRICS together with Russia and China. However, the plan must deal with the people, starting with the Palestinians, who are demonstrating heroic resistance.
Written by Manlio Dinucci
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Gaza: L’eroismo di un popolo
Israele rivendica la responsabilità dell'attacco al campo profughi di Gaza, che ha fatto strage di civili: in altre parole rivendica il suo “diritto” a sterminare i Palestinesi. Lo rivendica apertamente su Rete 4 l'ex ambasciatore di Israele in Italia Dror Eydar, il quale dichiara che obiettivo di Israele è “distruggere Gaza”. Lo conferma l’attacco terrestre israeliano a Gaza: insieme ai carrarmati avanzano i bulldozer, che demoliscono ciò che ancora resta in piedi dopo i bombardamenti. Il piano è evidente: rendere impossibile la vita a Gaza, aprire quindi un “corridoio umanitario” per evacuare la popolazione. È già stato redatto da Amir Weitmann, influente membro della Knesset appartenente al partito di Netanyau, un “Piano per il reinsediamento e la riabilitazione finale in Egitto dell'intera popolazione di Gaza”. In poche parole, il piano prevede di espellere l’intera popolazione dai Territori palestinesi, affossando definitivamente la creazione di uno Stato palestinese, a fianco di Israele, come deciso 76 anni fa dalle Nazioni Unite.
Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, in un videomessaggio trasmesso non da Gaza ma dal suo ufficio centrale a Doha in Qatar, dichiara: “Noi abbiamo bisogno del sangue delle donne, dei bambini e degli anziani di Gaza per risvegliare in noi lo spirito di sfida che ci spinge ad andare avanti”. Appare strano che il leader di Hamas diriga il suo movimento dal suo ufficio centrale, situato a Doha a pochi chilometri dalla base di Al Udeid, la più grande base USA in Medioriente, sede del quartier generale delle forze aeree del Comando Centrale degli Stati Uniti.
Il fatto che Hamas sia stato sostenuto da Benjamin Netanyahu viene ulteriormente confermato da quanto da lui dichiarato nel marzo 2019, a una riunione dei membri del partito Likud nella Knesset: “Chiunque voglia ostacolare la creazione di uno Stato palestinese deve sostenere Hamas e trasferire denaro ad Hamas. Questo fa parte della nostra strategia: isolare i palestinesi di Gaza dai palestinesi della Cisgiordania” (Haaretz il 9 ottobre 2023). Per anni Israele ha permesso che valigie con milioni di dollari in contanti, provenienti dal Qatar, entrassero attraverso i valichi di Gaza per essere consegnate ai capi di Hamas.
Questi e altri fatti confermano che quella scatenata il 7 ottobre in Medioriente è una operazione analoga a quella attuata l’11 settembre con l’attacco alle Torri Gemelle a New York. Lo scopo di tale operazione non è solo quella di cancellare i Territori Palestinesi, ma di aprire un largo fronte di guerra in un Medioriente in cui gli Stati Uniti, Israele e le maggiori potenze europee stanno perdendo terreno, come dimostra la prossima entrata di due paesi finora rivali, Iran e Arabia Saudita, nei BRICS insieme a Russia e Cina. Il piano deve però fare i conti con i popoli, a partire da quello palestinese, che sta dando prova di una eroica resistenza.
